Venerdì 11 maggio 2012 a Madrid Jean-Henri Meunier ha incontrato il pubblico della Documenta. Nel corso di una conversazione fiume Meunier racconta come partendo dalla fotografia è approdato al cinema grazie in particolare all’incontro con Henri Langlois, il fondatore della Cinémathèque française. Nel 1975 gira quindi il suo primo film, L’Adieu nu, con Michael Lonsdale. Seguono altri due film di finzione, poi a causa di incomprensioni con i produttori non realizza più film per diversi anni e passa a occuparsi di produzione musicale. Alla fine degli anni ’80 un altro incontro, con il musicista Maurice Cullaz, che lo introduce nel mondo del grande jazz internazionale, lo porta a realizzare una serie di documentari musicali. Sottolineando l’importanza degli incontri nel suo percorso professionale e intellettuale, Meunier afferma che bisogna andare a incontrare le persone la cui opera e le cui idee ci toccano profondamente, affidandosi all’istinto ed evitando di farsi troppe domande a priori, per non rischiare di rimanere bloccati nell’inazione. Trasferitosi con la famiglia a Najac, un paesino dell’Aveyron, nel sud della Francia, Meunier inizia a filmare alcuni abitanti con cui ha fatto amicizia, in un’ottica di cinema di famiglia. Con il passare degli anni si rende conto di aver accumulato un archivio colossale, di diverse centinaia di ore. Quando decide di farne un film impiega nove mesi solo per il déruchage, ovvero repertoriare il girato in preparazione al montaggio. Con il montatore, Yves Deschamps, vengono quindi montate tutte le singole sequenze come un puzzle di cui non si conosce ancora il disegno complessivo, e solo nelle ultime settimane di montaggio viene definita la successione delle sequenze. Ne nasce il film La Vie comme elle va, trasmesso dal canale franco-tedesco ARTE nel 2003 e uscito in sala nel 2004 (Grand Prix SCAM du documentaire de création 2004). Dal mare magnum del girato vedranno successivamente la luce altri due lungometraggi: nel 2006 Ici Najac, à vous la terre (candidato al César 2007 per il miglior documentario) e nel 2011 Y’a pire ailleurs. Questi tre film vanno a costituire una “trilogia di Najac”, i cui protagonisti, dal surreale capostazione, al pensionato filosofo, al vecchio meccanico che scava piscine e costruisce elicotteri, finiscono per divenire dei veri e propri personaggi cinematografici, inducendo negli spettatori il desiderio di ritrovarli per seguirne le nuove avventure. Ma non si tratta semplicemente di una abile costruzione, e se lo spettatore che ha visto i primi due film finisce per commuoversi guardando il terzo è perché riconosce nello sguardo partecipativo di Meunier restituito dal film una grande carica di umanità, che spazza via ogni sospetto di voyeurismo anche dalla rappresentazione delle situazioni più intime.
Il sito ufficiale di Jean-Henri Meunier:
http://www.jeanhenrimeunier.com/official/
Press book del film La vie comme elle va (in francese):